La formazione professionale

La formazione sta assumendo sempre più un'importanza strategica nel mondo professionale per rispondere alle mutevoli richieste del mercato del lavoro ed in un momento di recessione economica è sempre di più avvertita l'esigenza di valorizzare rapidamente le proprie competenze, per avviare nuove opportunità lavorative. Le mutevoli condizioni dei mercati e l’inarrestabile competizione che ne consegue hanno determinato la necessità di nuove e più complesse competenze. Cambiano gli obiettivi, le attività, gli strumenti e coerentemente devono cambiare le professionalità delle persone.
Esistono inoltre settori specifici, dove la formazione continua è resa indispensabile a causa dei cambiamenti di ordine normativo, organizzativo e tecnologico cui sono sottoposti.
E' il caso, ad esempio del settore della sicurezza il cui assetto normativo è in continua evoluzione, o anche dei software che devono essere aggiornati continuamente per essere pratici ed utili ai professionisti, o ancora del settore dell’energia che è un campo di studio in continua espansione ai fini dei diversi canali di applicazione alla realtà, o ancora altri settori che hanno come caratteristica fissa la “continua evoluzione”. Non c’è un sapere finito ma sempre in continuo aggiornamento.
 Il professionista deve acquisire sempre nuove capacità e competenze e deve mantenere costante l’aggiornamento professionale di settore reso necessario dai continui cambiamenti sociali, culturali o aziendali.
La formazione è il filo rosso che percorre la vita di ogni professionista, il quale, sia esso geometra, architetto, ingegnere, aspp, rspp o appartenente ad altra categoria o settore, non puo’ non esserne coinvolto per svolgere il proprio lavoro con competenza intrecciando il proprio sapere con quello che viene richiesto dalla società. Occorre essere disponibili a un continuo aggiornamento, perché le condizioni dell’ambiente circostante, le innovazioni scientifiche e tecnologiche e le regole cambiano continuamente. La necessità, sempre più attuale e in linea con le esigenze sia normative che della società, è di formare e aggiornare il singolo professionista che tende ad un proprio miglioramento continuo.
Investire nel capitale umano e nelle competenze necessarie, in particolare dei professionisti significa contribuire ad accrescere la competitività dell’economia e favorire, di conseguenza, il processo di coesione sociale.

Il DPR n. 137/2012, pubblicato sulla G.U. n. 189 del 14 agosto 2012, “Regolamento recante riforma degli ordinamenti professionali, a norma dell’art. 3, comma 5, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148” prevede nuove regole per tutte le professioni ordinistiche.

Il testo si compone di 14 articoli: i primi 8 (Capo I – artt. 1-8) riguardano disposizioni generali applicabili a tutte le professioni, mentre i successivi sono rivolti specificatamente a avvocati (Capo II – artt. 9 e 10) e notai (Capo III – art. 11), chiudono, poi, le disposizioni transitorie e finali (Capo IV – artt. 12-14).

Il regolamento si applica solo ai “professionisti”, in quanto esercenti una “professione regolamentata”, limitata a quell’attività, o insieme delle attività, riservate per espressa disposizione di legge o non riservate, il cui esercizio è consentito solo a seguito di iscrizione in Ordini o Collegi, quando l’iscrizione risulta subordinata al possesso di qualifiche professionali o all’accertamento di specifiche professionalità, e, in ogni caso, l’attività è esercitata con l’impiego di un titolo professionale il cui uso è riservato a chi possiede una qualifica professionale (art. 1 del DPR).
Le disposizioni generali regolano l’accesso e l’esercizio dell’attività professionale (art. 2), l’Albo unico nazionale (art. 3), la libera concorrenza e la pubblicità informativa (art. 4), l’obbligo di assicurazione (art. 5), il tirocinio per l’accesso (art. 6), la formazione continua (art. 7), le disposizioni sul procedimento disciplinare delle professioni regolamentate diverse da quelle sanitarie (art. 8).

Sulla formazione continua obbligatoria il DPR n. 137/12 da un lato ne lascia il pieno controllo agli ordini, dall’altro non fa altro che regolamentare ciò che già da tempo le professioni fanno con l’aggiornamento. Unica differenza, la previsione legislativa, e non più solo deontologica, ne aumenta l’importanza. L'impegno continuo di formazione da deontologico diventerà dunque, per tutti i professionisti, un dovere dettato da regole e da regolamenti ben definiti.

La formazione continua è obbligatoria e i corsi potranno essere erogati non solo da Ordini e Collegi  ma anche da altri soggetti, previa autorizzazione dei Consigli Nazionali e parere vincolante del Ministero della Giustizia.
L’unità di misura della formazione professionale continua è il Credito Formativo Professionale (detto anche CFP).

Gli eventi formativi sono finalizzati a migliorare, aggiornare e/o trasmettere le conoscenze, le abilità e le competenze dei professionisti, per esercitare l’attività con la professionalità necessaria a garantire i servizi da prestare alla committenza.
Diverse sono le modalità di formazione presenti oggi sul mercato.

I professionisti possono scegliere di aggiornare le proprie competenze professionali partecipando a diverse tipologie di attività formative (formazione frontale d’aula e in elearning) attraverso la partecipazione a corsi, seminari, convegni, master, tavole rotonde, ecc.